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Monte Civita, un esempio di quanto può essere importante la cartografia (e sopratutto saperla leggere!)

I.G.M. 1:25000

Monte Civita è una spoglia collina (a causa del prelievo indiscriminato di legname nel XIX secolo e dei pascoli successivamente) alta quasi 500 metri facente parte del semicerchio di rilievi che circonda il lago di Varano; si trova nel territorio di Ischitella, presso il confine con Carpino, zona caratterizzata da una modesta presenza di grotte e sorgenti.
Monte Civita è senza dubbio uno dei siti archeologici più interessanti ed intriganti del Gargano nord. Appena ci si reca sul sito non si fa a meno di notare le decine di “fosse” nel terreno, si tratta di un complesso di centinaia di tombe databili tra il VI ed il IV secolo a.C.

I primi scavi iniziarono negli anni ’60 per poi lasciare piede libero ai tombaroli che depredarono gran parte delle tombe visibili in superficie; da un paio di anni alcune campagne di scavo, a più riprese, hanno riportato alla luce interessante materiale…e gli enigmi non mancano…speriamo al più presto di ricevere informazioni ufficiali a riguardo.
Il sito fu frequentato fino all’alto medioevo insieme a quello adiacente di Niuzi (Niv’z nel dialetto locale)

Una tomba di Monte Civita

Comincio ora a collegarmi al titolo dell’articolo, questa breve introduzione era d’obbligo.

Osservando la cartografia I.G.M. 25.000 nella zona della collina (all’inizio del post) possiamo quasi leggere la storia del luoghi attraverso i toponimi:

innanzitutto il nome Civita, è palese un riferimento ad una città, un villaggio qui presente nel passato.

Troviamo poi Niuzi, in dialetto Niv’z, un nome simile alla Nivizi dalmata (fonte Francesco Romano Ferrante), una delle tante “strane” somiglianze (ne abbiamo parlato qui). Ancora restiamo su Niuzi, accompagnato da Porta di Niuzi: sinceramente non so cosa possa indicare questo “Porta”, a me fa pensare ad una sorta di accesso ad un villaggio.

Mostra dei reperti di Monte Civita, ad Ischitella

Scendiamo di quota per arrivare al Passo di Scarcafarina (toponimo di cui si trova testimonianza anche in documento del 1750), il cui  nome si potrebbe riferire al commercio di farina che avveniva qui, al secolare confine tra Carpino ed Ischitella; a rinforzare l’ipotesi di luogo di commercio ci sono inoltre due fattori: una testimonianza orale raccolta da me che vuole questo “bivio” come luogo di acquisto di acqua potabile dei carpinesi da Ischitella ed infine la diramazione di un tracciato che unisce quindi Monte Civita al lago e che prende il nome di Carrara di Mercadante *.

Ancora un’altra testimonianza dell’importanza storica della zona si ha constatando la presenza, sulla cartografia, dei ruderi della Torre di Caronte, toponimo misterioso che rimanda al traghettatore di anime della mitologia; oggi della struttura, che faceva parte delle torri costiere intorno al lago di Varano (come Torre Antonaccia), non resta nulla; nelle vicinanze al luogo dove essa doveva situarsi ho notato solo un grande cumulo di pietre, mancano però le mie competenze per capire se si tratti di resti di un’antica struttura, ed in tal caso proprio della torre suddetta.

Ultima breve nota riguarda le contrada Tiberio e Varisce, uniche a livello archeologico per la ricchezza e la particolarità dei reperti (Acheulano, Paleolitico inferiore, oltre 2000 pezzi).

Voglio precisare che non è banale attribuire l’origine di un toponimo così semplicisticamente dato che anticamente il nome corrispondeva quasi sempre ad una caratteristica del luogo; ovviamente non possiamo avere certezze se non con dei documenti ma quando questi mancano non resta che affidarsi ad ipotesi più o meno plausibili che potrebbero (ma anche no) corrispondere a verità; in ogni caso l’importante è specificare  che si ha a che fare con delle congetture.

*Andare dalla Civita al lago seguendo la Carrara di Mercadante, depositaria delle testimonianze più in ombra del divenire dell’uomo, si fa affascinante avventuroso viaggio attraverso i sentieri del tempo.
Francesco Romano Ferrante

Uria l’antica Vieste. In merito alle argomentazioni cardine da me utilizzate per dimostrare che Uria no si debba identificare con Vieste, segnalo che nell’aprile del 1998, in un convegno intitolato: L’insediamento del Monte Civita ad Ischitella, venne trattata ampiamente la localizzazione di Uria anche sulla base delle ipotesi del prof. Battaglia, del prof. Ciro Drago e della dott.ssa A Brusadin, che iniziarono nel 1957 gli scavi nella necropoli del Monte Civita e le cui conclusioni, come noto, sono ben diverse da quelle del Convegno di Vieste. Nella pubblicazione relativa, anche se meno voluminosa di quella di Vieste, l’ipotesi accreditata è che questa antica città garganica venne via via spostandosi dall’altura della Civita sino al porto, attraverso la “Carrara di Mercadante”, per poi essere abbandonata del tutto a causa dell’insabbiamento e quindi della conseguente decadenza del porto. Questa, a mio parere, è la tesi più plausibile, avvalorata da una certa continuità storica della presenza umana sul nostro territorio. Le prime tracce della necropoli sul monte Civita, come si evince dalla pubblicazione, partono dal X- IX secolo a.C., per arrivare al VII-VI secolo a.C., fino al periodo ultimo, il IV secolo, cui risalgono le prime notizie di Uria. Una città poi scomparsa perchè distrutta dai Goti secondo alcuni storici, per altri a causa di un maremoto intorno al IV- V secolo d.C., per l’insabbiamento della barra e la decadenza del porto. Nel periodo successivo si contano solo sette città: Lucera, Lesina, Varano, Monte Sant’Angelo, Siponto e Bovino. Varano potrebbe essere sorta come città non più tardi di un secolo dopo la scomparsa di Uria. Probabilmente esisteva già un secolo prima, anche se di minore importanza. Se ubicata, come ritengo, nei pressi dell’antica Uria, potrebbe essere nata proprio sulle sue ceneri.
Giuseppe Laganella

Per approfondire sulla Carrara di Mercadante
A proposito di Uria, ne abbiamo parlato
Foto Mostra reperti Monte Civita
Foto della necropoli di Monte Civita

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TOPONIMI CURIOSI DEL GARGANO

L’articolo è anche su Ischitellavarano.altervista.org

AGGIORNAMENTO 14/11/2015
Adiacente a Monte Civita si trova Monte Tribuna o La Tribuna; potrebbe essere un riferimento ad un elemento architettonico di un piccolo edificio dell’epoca romana?

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5 commenti su “Monte Civita, un esempio di quanto può essere importante la cartografia (e sopratutto saperla leggere!)”

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