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Mario Ronghi alias Sonny Ray, un pugliese tra i divi di Hollywood

Un One-man show della Puglia sconosciuto

Nel 1933 Sonny Ray è in Oliver Twist

Comunicato Stampa Carpino Folk Festival | FOGGIA, li 17 Maggio 2010
Si prega la massima condivisione, pubblicazione e divulgazione
Fra il 1880 e il 1915 nove milioni circa di emigranti scelsero di attraversare l’Oceano verso le Americhe.
Molti di loro rientrarono poi in Italia: una quota considerevole (50/60%) nel periodo 1900-1914.
Circa il settanta per cento proveniva dal Meridione.
Le motivazioni che spinsero masse di milioni di Meridionali ad emigrare furono molteplici: prima la crisi agraria dal 1880 in poi, successivamente l’aggravarsi delle imposte nelle campagne meridionali dopo l’unificazione del paese, il declino dei vecchi mestieri artigiani, delle industrie domestiche, la crisi della piccola proprietà e delle aziende montane, delle manifatture rurali.
Tra coloro che emigrarono e poi fecero ritorno in Italia vi fu Ciccillo (Francesco) Ronghi di Carpino.
Figli di Ciccillo Ronghi furono Luigi Ronghi e Mario Ronghi. Gino, nato nel 1914, si sposo con Rosa D’addetta, si laureò in Legge, ma poiché non professava fece l’agricoltore a Carpino nei molti terreni di proprietà della moglie.
Più grande di Gino era Mario.
Nato negli Stati Uniti il 24 marzo 1908, Mario fece ritorno in Italia con il padre e a Carpino passò la sua giovinezza. Avviato all’arte di orefice e orologia non fece molta fortuna e cosi decise di far ritorno nelle Americhe. Amava ricordare che appena arrivato presso il porto dell’Ellis Island (l’Isola delle Lacrime delle persone che reimbarcate per l’Italia per non aver superato i durissimi controlli medici e amministrativi, nella disperazione si buttavano nelle acque gelide della baia andando quasi sempre incontro alla morte), lo venne a prendere un italo-americano di origine carpinese che quando lo vide gli chiese, prima ancora di “come stai?” o “com’è andato il viaggio?”, “hai portato i caciocavalli?”.

Mario Ronghi ritorna in Italia, e a Carpino, agli inizi degli anni 80 del secolo scorso dove muore ed è sepolto.
Prima di morire, però, lascia la traccia del suo passaggio.
Assolutamente stravagante e con atteggiamenti effemminati, su sollecitazione di un suo grande amico, Antonio Ermanno Santoro, organizza uno spettacolo per dare un suo ricordo ai carpinesi.
Non sono molte le notizie in proposito. Tuttavia molti parlano di un vero attore da avanspettacolo, particolarmente portato per le parti comiche alla “gastone” per intenderci. Cantava benissimo tant’è che nello spettacolo realizzato a Carpino interpretò (fra le altre cose) anche la parte di una sciantosa, truccato e vestito perfettamente (voci di popolo parlano di costumi presi a nolo a Napoli).
Niente di più. Mario Ronghi con la sua morte scompare il 16 Novembre 1984.

Ma la memoria gioca brutti scherzi (in questo caso, uno scherzo bellissimo).
E’ il 03 Maggio 2010 e il social network Facebook ci fa un regalo. Pierluigi Pelusi con cui siamo in contatto per le note vicende dell’Auditorium della Musica Popolare del Gargano, parla a Domenico Sergio Antonacci della storia delle radio libere di Carpino e tra i personaggi dell’epoca (ultimi anni 70) menziona un certo Sonni Rey, un attore di avanspettacolo che sosteneva di aver vissuto negli Stati Uniti e di aver lavorato a Hollywood.
Domenico mi contatta per chiedere lumi in proposito. Non ne so nulla, anche se la memoria va subito ad un certo Mario che viveva sopra l’alimentare di mio padre in Piazza del Popolo. Me lo ricordo solo perché lo vedevo in giro con un maglione di cotone azzurro e in calzamaglie. Domenico mi conferma che si tratta di Mario Ronghi alias Sonni Rey.
Inserisco “Sonni Rey Carpino” in Google, ma non appare nulla che possa essere ricollegabile al nostro Mario Ronghi. Domenico e Pierluigi fanno lo stesso percorso. Raffino la ricerca e tutto ad un tratto nell’elenco di Google appare un Sonny Ray nei panni di The Artful Dodger nel film “Oliver Twist” del 1933.
Non faccio in tempo a dare la notizia a Domenico e a Pierluigi che ritorna a nascere il nostro Mario Ronghi, ossia “Sonny Ray”. Nel giro di pochi minuti è un accavallarsi di notizie e di emozioni tra noi tre. La notte passa insonne.
Era da non crederci: un carpinese a Hollywood negli anni 30 nei cast dei film che contavano. Una vera è propria filmografia.
– Nel 1932 è nel cast di Jimmy’s New Yacht.
– Nel 1933 è in Oliver Twist, film americano diretto da William J.Cowen. Si tratta dell’adattamento cinematografico (la prima versione sonora) del popolare romanzo di Charles Dickens. Sonny Ray è nei panni di Jack Dawkins, meglio conosciuto come Artful Dodger, il capobanda dei bambini criminali addestrati dal vecchio Fagin. Artful Dodger tradisce Oliver Twist facendolo catturare da Fagin, ma poi ne diventa il suo più caro amico cercando di fare di lui un borseggiatore. Il Dodger è appunto un borseggiatore, così chiamato per la sua abilità e astuzia.
In verità con Sonny Ray la critica è molto feroce: considerato troppo plateale e troppo vecchio nel ruolo di Artful Dodger.
– Sempre nel 1933 partecipa a The Perils of Pauline di Ray Taylor, un serial movie in cui veste i panni comici di Willie Dodge.
– Nel 1934 è nel cast di The Gay Divorcee diretto da Mark Sandrich: il grande musical con Fred Astaire, Ginger Rogers e Alice Brady – Premio Oscar per la migliore canzone originale, The continental, cantata da Ginger che balla in coppia con Fred Astaire. Del Film anche la canzone Night and Day (di Cole Porter) cantata da Fred, sulla spiaggia di notte mentre danza con la Ginger.

– Nel 1935 è nel cast di The Personal History, Adventures, Experience, & Observation of David Copperfield the Younger (normalmente abbreviato in David Copperfield), l’adattamento cinematografico dell’altro popolare romanzo di Charles Dickens diretto questa volta dal regista George Cukor.
Nominato al Festival del Film di Venezia, ottiene tre nomination ai premi Oscar per la migliore direzione, miglior film e migliore fotografia.

A questo punto finisce la sua carriera cinematografica.
I paesani intervistati da Domenico Sergio Antonacci pur non conoscendo la carriere holliwoodiana di Mario Ronghi, sostengono che, fino al suo rientro in Italia, Mario trovasse da vivere con piccoli spettacoli in teatro, ma soprattutto cantando e danzando nei nightclub di New York.
E’ cosi, infatti spuntano gli articoli dei giornali dell’epoca: : il New York Times, il Baltimore News, il Buffalo News, il Philadelphia Enquirer.
Tutti parlano di una Star Internationale, un One-man show in viaggio tra Londra, Hollywood e Parigi.
Sonny Ray the showman of a million changes. Praticamente l’Arturo Brachetti del secolo scorso che in un batter d’occhio riusciva a cambiarsi d’abito, dalle scarpe alla parrucca, a diventare un altro.

In uno degli articoli si parla di una tournée in Italia ed infatti gli informatori concordano su una sua presunta carriera teatrale anche in Italia nelle riviste di avanspettacolo. In particolare a Napoli.

Il suo atteggiamento stravagante – racconta Pierluigi Pelusi – si prestava a valutazione da millantatore, lui ne era consapevole e poco ci diceva del suo passato, nonostante Antonio Ermanno Santoro ci ripeteva e assicurava, anche in sua presenza, che era stato veramente un artista holliwoodiano.

Al momento in cui scriviamo resta la convinzione che la memoria ci cela ancora molte altre sorprese sul pugliese che calcò le scene del centro dell’industria cinematografica americana per eccellenza.
Non appena arriveranno nuove notizie vi aggiorneremo. Adesso ci piace chiudere con le sue parole rivolte ai giovani per invitarli a “mettere su qualcosa di serio e di buono, perché la vita non è un patrimonio individuale, ma coralità e che la poesia, lo spettacolo e, in una parola, l’arte sono il momento e lo strumento per il trapasso dell’individuo alla comunità“.

Testi e materiali a cura di: Domenico Sergio Antonacci, Pierluigi Pelusi, Antonio Basile.
Informatori: Carmine Mancini e Maria Vicedomini.

Ufficio Stampa Associazione Culturale
Carpino Folk Festival

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71010 Carpino (FG)
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